Questa non è solo una tecnica di cottura, ma anche una tecnica di conservazione. Con la cottura angelica possiamo cuocere e conservare. E’ comoda per cucinare alimenti come i legumi e conservali per molto tempo in luogo fresco ed asciutto.
Sarebbe utile utilizzare contenitori appositi (precedentemente sterilizzati) tappi con caucciù (che andrebbero precedentemente ammollati in acqua calda).
Si preparano i cereali o i legumi (crudi) o le verdure (yanghizzate, ovvero cotte ad esempio con il metodo nitukè) e si versano nei contenitori, avendo cura di non riempirli completamente: solo fino al limite max riportato sui contenitori.
Si chiude con la capsula (che era stata tenuta prima in acqua bollente). Poi si avvita il coperchio (non troppo forte, altrimenti risulta difficile da aprire). Quando si chiude il vaso, il bordo deve essere ben pulito, affinché il caucciù possa aderire bene.
Si ripongono questi barattoli in una pentola piena di acqua (nella pentola il barattolo non deve toccare il fondo, altrimenti si potrebbe rompere: si potrebbero utilizzare, a questo scopo, dei fermi o degli strofinacci).
Si può avere l’accortezza di inserire nella pentola prima (sotto) i barattoli a cottura più lenta e successivamente (sopra) quelli a cottura più veloce.
Si accende il fuoco e si porta a bollore. Se l’acqua diminuisce, si aggiunge acqua calda. Dopo 3 ore si spegne il fuoco e si lasciano raffreddare i vasi dentro l’acqua. Potremo toglierli dall’acqua il giorno dopo.